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Accordo Armonizzazione 3/07/2009

Mobilità lunga e Accordi 19/02/2007

Proposta rsu per Almaviva Green

FA’ LA COSA GIUSTA

 

Le assemblee della scorsa settimana sono state molto partecipate. La discussione, anche per merito degli interventi di lavoratori di tutte le strutture aziendali, è stata intensa e appassionata come non succedeva da molto tempo.

 

È emersa tutta la rabbia per la richiesta della Cassa Integrazione, arrivata proprio all’indomani della chiusura delle procedure di mobilità che hanno provocato l’uscita dall’azienda di più di 150 persone. È diffusa la consapevolezza che l’impegno di tutti non viene adeguatamente valorizzato a causa della gestione approssimativa delle risorse e dei processi aziendali. Alla base di tutto c’è, comunque, un sentimento di amarezza per lo stato dell’azienda e la comune preoccupazione per le prospettive future.

 

Ancora più forte è stata però la capacità di tirare fuori l’orgoglio e dimostrare la volontà di uscire positivamente e uniti da questa situazione.

 

L’obiettivo di un accordo basato sul principio di solidarietà è stato visto da tutti come l’unica strada possibile per cercare di affrontare questa fase.

 

Accordo “solidale” significa ripartire i giorni di cassa integrazione tra tutti ed in ugual misura, con la convinzione che questa soluzione – comunque dolorosa – è più sopportabile per i lavoratori e comunque gestibile per l’azienda.

 

In quest’ottica l’accordo sulla cassa integrazione deve prevedere alcuni punti cardine:

·        utilizzo di giorni di fermate collettive, anche pensando a una possibile integrazione salariale da parte dell’azienda;

·        coinvolgimento dei dirigenti nel piano di taglio dei costi;

·        completamento in tempi rapidi dell’accordo di armonizzazione Almaviva;

·        definizione di nuovi e più efficaci percorsi di formazione/riqualificazione, anche utilizzando al meglio i finanziamenti pubblici.

 

Si tratta di una soluzione articolata e complessiva, in cui le singole situazioni possono essere affrontate e risolte nella loro specificità. Con questa risposta lavoratori, sindacato e  Rsu danno prova di estrema responsabilità.  

 

Ora l’azienda deve fare la cosa giusta.

Arroccarsi sulla propria posizione o concedere solo finte aperture, in un momento così delicato, sarebbe una risposta miope, arrogante e pericolosa.

 

Dopo la iniziale apertura dimostrata dall’azienda nell’incontro del 21 gennaio, tornare indietro e scegliere il “muro contro muro” sarebbe come imboccare una strada senza uscita. Vorrebbe dire difendere a oltranza una posizione di dubbia legittimità e gravemente discriminatoria tra i lavoratori.

 

C’è ancora ragionevolezza e senso di responsabilità nei vertici aziendali?

 

 

Roma, 28 gennaio 2008                                                                                      RSU Almaviva

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