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Accordo Armonizzazione 3/07/2009

Mobilità lunga e Accordi 19/02/2007

Proposta rsu per Almaviva Green

Domanda: Come mai avete scelto COS per cedere Finsiel? Risposta: “Abbiamo apprezzato il progetto. Il piano che ci è stato presentato preserva capacità industriale e struttura”. (25.02.2005 - Corriere della Sera - Intervista a Carlo Buora)

 

“Per Finsiel non sono previsti tagli, anzi. Avremo bisogno di tutti i 4mila dipendenti attuali e anche di qualcuno in più per affrontare le grandi sfide che ci vengono incontro”.

(07.03.2005 - Corriere della Sera - Intervista ad Alberto Tripi)

 

QUALI PROSPETTIVE PER IL GRUPPO FINSIEL ?

 

Il 24 febbraio 2005, a conclusione di un’asta privata “a inviti” patrocinata da Bruno Ermolli, Telecom annunciava che il gruppo Cos (call center) dell’ingegner Alberto Tripi si era aggiudicato la gara per l’acquisizione del gruppo Finsiel, superando concorrenti del calibro di Accenture, Eds, Engineering, HP e Siemens.

 

All’annuncio dell’aggiudicazione a Tripi i sindacati metalmeccanici e il coordinamento delle Rsu Finsiel avevano messo in evidenza i due aspetti maggiormente critici per le prospettive del nuovo gruppo Cos+Finsiel: il primo riguardava la reale capacità di integrare i due gruppi industriali; il secondo, di ordine finanziario, era relativo alla ridotta dimensione economica di Cos (al momento dell’acquisizione il gruppo Cos fatturava 210 milioni di euro mentre il gruppo Finsiel arrivava a 670), aggravata dall’indebitamento nei confronti delle banche.

 

Il 21 marzo 2005 il rappresentante del Governo dell’epoca, nel corso del dibattito al Senato sulla “mozione Falomi”, aveva affermato: “L'offerta della COS è stata ritenuta da Telecom migliore rispetto alle altre proposte ricevute, sia per le condizioni economiche offerte sia per il piano industriale presentato, che prevede l'integrazione strategica tra le attività COS e Finsiel e una crescita occupazionale complessiva del 20 per cento nei prossimi due anni”  e ancora “sono escluse ipotesi di dismissione totale o parziale di attività Finsiel”.

 

Per acquisire Finsiel l’ingegner Tripi, insieme ad Interbanca (al 15%), aveva costituito una società ad hoc Cos.it, oggi Almaviva, con il dichiarato obiettivo di quotarla in Borsa nel 2008, previa fusione delle due capogruppo Cos SpA e Finsiel SpA in Almaviva.

 

Per quanto riguarda le dismissioni societarie, dopo Insiel (ceduta alla regione Friuli Venezia Giulia durante l’ultima fase della gestione Telecom), lo smantellamento è proseguito con la cessione delle partecipazioni in Venis, Webred, Aspasiel e Value Team (TeleAp e Webegg) e il gruppo Finsiel è stato ridotto ai minimi termini.

 

Solo dopo la nomina di Gianni Camisa ad Amministratore Delegato di Finsiel, Cos e Atesia (gennaio 2006) ha preso concretamente avvio la definizione del piano industriale per il gruppo Finsiel, le cui linee generali sono state presentate al sindacato nel passato mese di aprile.

 

Quel piano industriale si fondava su quattro presupposti fondamentali: (1) continuità nelle attività di TSF per le Ferrovie; (2) continuità nelle attività di Finsiel per il Ministero dell’Agricoltura; (3) sviluppo in linea con il piano di ristrutturazione per Banksiel; (4) stabilità del quadro normativo del mercato del lavoro per le attività proprie di Cos-Atesia.

 

Di quei presupposti i primi due sono scivolati in una condizione di pesante incertezza (per TSF è stata addirittura aperta una trattativa di vendita) mentre i secondi due sono malamente tramontati (Banksiel va peggio delle previsioni e la situazione nel gruppo Cos-Atesia è sprofondata nel caos).

 

A ciò si aggiunga che le strategie mirate allo sviluppo del mercato delle Piccole e Medie Imprese (attività legate all’accordo Finsiel-Microsoft-Unicredit) sono in forte ritardo rispetto ai piani e quelle rivolte alla Pubblica Amministrazione Locale (nuova Italsiel, gare PAL) stanno registrando il totale fallimento.

 

L’acquisizione di Actalis, la costituzione della società Almaviva-CNR, il progetto di integrazione (incompiuto) tra Carisiel e Intersiel in Calabria, le ricapitalizzazioni e il cambiamento di nome di Banksiel in Almaviva Finance sono assolutamente insufficienti a risollevare una situazione che si è fatta sempre più preoccupante e i propositi di nuove acquisizioni sembrano rivolti a società del settore che versano in situazioni particolarmente critiche.

 

In questo quadro, segnato dal fatto che l’integrazione tra il gruppo Cos e il gruppo Finsiel sta incontrando notevoli difficoltà così come il progetto di fusione originario, la malaugurata vendita di tutta o pezzi di TSF rappresenterebbe il più eclatante fallimento del progetto industriale varato da Tripi e Camisa prima dell’estate.

 

Dove stiamo andando? Qual è oggi – se c’è – il piano industriale per il gruppo Finsiel?

E quali sono le iniziative e i mezzi, anche economici, per sostenerlo? 

Sono queste le domande che poniamo all’azienda. Non è tempo di manovre diversive né di fughe in avanti. Vogliamo un confronto serio e ci aspettiamo risposte chiare. La convocazione del 28 settembre al Ministero dello Sviluppo Economico deve essere l’occasione per riprendere la discussione sui problemi attuali, cogliendone l’urgenza e le giuste priorità, e ricreare le condizioni di sviluppo e di crescita di tutto il gruppo Finsiel-Almaviva.

 

Roma, 28 settembre 2006                              - fotocopiato  in proprio -                           RSU Finsiel (www.rsufinsiel.it)

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