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Accordo Armonizzazione 3/07/2009

Mobilità lunga e Accordi 19/02/2007

Proposta rsu per Almaviva Green

Che cosa succederà al nostro TFR ?

 

Il 23 ottobre Governo, Confindustria e Cgil,Cisl e Uil hanno siglato un accordo sul Trattamento di Fine Rapporto (TFR). I contenuti di tale accordo potrebbero ancora essere modificati al momento della trasformazione in legge ma ci sembra comunque utile sintetizzarne gli aspetti principali.

 

Secondo l’accordo vengono anticipate di un anno alcune norme già previste all’interno della riforma della previdenza complementare varata dal precedente Governo, stabilendo le condizioni generali per il trasferimento del TFR ai diversi tipi di fondo pensionistico.

 

6 mesi di tempo per decidere

 

A partire dal 1/1/2007 i lavoratori del settore privato avranno 6 mesi di tempo per decidere se destinare il proprio TFR a un fondo pensione oppure no. La decisione riguarderà il 100% del “TFR nuovo”, cioè quello che maturerà a partire dal 1/7/2007, mentre il TFR “vecchio”, accantonato fino a quella data, verrà mantenuto in azienda, rimanendo soggetto alle attuali condizioni.

 

Le diverse possibilità

 

Per quanto riguarda il TFR nuovo sarà possibile:

 

1)     conservarlo, secondo gli attuali principi di accantonamento e rivalutazione, per utilizzarlo come liquidazione alla conclusione del rapporto di lavoro;

 

2)     versarlo in un fondo pensionistico complementare che potrà essere:

a)     un fondo collettivo negoziale (come il Fondo Cometa, nel caso dei metalmeccanici),

b)     un fondo collettivo aperto (gestito da banche, assicurazioni, società finanziarie),

c)      un piano individuale pensionistico (banche, assicurazioni, società finanziarie). 

 

Una delle principali novità introdotte dall’accordo riguarda la distinzione tra le imprese con più o meno di 50 dipendenti: infatti le aziende “piccole” continueranno a mantenere il TFR nuovo che i lavoratori non destineranno ai fondi pensione mentre quelle “grandi” (come è il caso di Finsiel SpA) dovranno versarlo – tramite l’INPS, che avrà un ruolo di esattore – a un apposito fondo della Tesoreria Generale dello Stato (e non a un fondo INPS, come erroneamente riportato da vari articoli).

 

È bene chiarire che il fondo della Tesoreria non avrà alcun fine previdenziale ma servirà a finanziare interventi di carattere strutturale (ferrovie, autostrade, difesa (?) ).

 

Il principio del silenzio-assenso

 

L’accordo siglato prevede la regola del silenzio-assenso. Ciò significa che, al termine dei sei mesi previsti, se il lavoratore non avrà manifestato esplicitamente la propria decisione allora il TFR nuovo verrà versato al fondo negoziale di competenza.

 

A prescindere dalle diverse valutazioni politiche che si possono fare su questa riforma vogliamo da subito esprimere la nostra contrarietà al principio del silenzio-assenso che, su una materia delicata come questa, limita il diritto del lavoratore di decidere sull’utilizzo del proprio TFR.  Infatti il TFR rappresenta una forma indiretta di retribuzione, che i lavoratori prestano obbligatoriamente alle imprese, quindi la decisione sulla sua destinazione non può essere tacita o inconsapevole.

 

Per questo ci impegneremo, dall’inizio del prossimo anno, a dare la massima informazione possibile su questo tema e a mettere a disposizione di tutti gli strumenti adeguati per esprimere coscientemente la propria volontà.

 

Roma, 24 ottobre 2006                                                                                                                 RSU Finsiel

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