Comunicati

FIM-CISL             FIOM-CGIL         UILM-UIL

                                                                                              Roma, 18 aprile 2003

Alla Direzione di ITM

fax n. 06-41425222

e p.c.   Spett.le TELECOM  S.p.A.

Direzione H.R.

fax n.

I dipendenti NETikos, visto anche il comunicato redatto dal coordinamento RSU ITM,

denunciano

·        il perdurare di uno stato di totale incertezza caratterizzato dalla totale assenza di chiarezza riguardo alla collocazione dell’azienda all’interno del Gruppo e dalla completa mancanza di un piano industriale

·        il tentativo in atto di vendita della società, con conseguente fuoriuscita dal Gruppo, che si configura esclusivamente come un’avventura finanziaria, fortemente rischiosa per il futuro occupazionale dei lavoratori

sottolineano

·        che la storia (a partire dal 1983) ed il presente di NETikos sono fortemente integrate all’interno del Gruppo, dove NETikos trova la più naturale collocazione per professionalità, competenza e legami consolidati;

·        che non intravede alcuna possibilità futura di impiego al di fuori di uno stretto legame con il Gruppo, come i numeri di questi ultimi due anni confermano in modo inequivocabile

·        che NETikos costituisce un valore, ampiamente riconosciuto all’interno del Gruppo, come dimostra il suo continuo coinvolgimento in molte iniziative strategiche ed innovative

esprimono

la più FERMA OPPOSIZIONE al tentativo di vendita in atto ed a qualsiasi iniziativa futura volta alla fuoriuscita dal Gruppo

proclamano

l’avvio dello stato di agitazione con una prima giornata di

SCIOPERO venerdi 18 Aprile 2003

chiedono

che, con un ordine di servizio immediato, si stabilisca in modo inequivocabile il ruolo di NETikos all’interno del Gruppo

invitano

le confederazioni sindacali nazionali ed il coordinamento RSU del Gruppo, ad attivarsi per sostenere le iniziative dei dipendenti NETikos ed ad intraprendere tutte le azioni necessarie per uno sbocco positivo della situazione.

TELECOM SFOGLIA LA MARGHERITA DELL’INFORMATICA

(ma non è innamorata…)

Lunedì 31 marzo i lavoratori di IT Telecom (ex IT Gruppo) sono scesi in sciopero con una manifestazione nazionale a Roma per rivendicare il rispetto degli accordi sul piano industriale del 27 maggio 2002 e per contrastare la politica delle dismissioni dei rami d’azienda.

QUESTO E’IL TESTO DEL VOLANTINO CHE I DELEGATI RSU

HANNO DISTRIBUITO IERI IN PIAZZA DEL PARLAMENTO

FIM-CISL             FIOM-CGIL         UILM-UIL

Non ci sono dichiarazioni ufficiali da parte di Finsiel e di Telecom in merito alla vendita delle aziende di IT Mercato ma le indiscrezioni pubblicate (fatte pubblicare…) dal Sole 24 Ore, da MF e dal Mondo sono precise ed affidabili: IT Mercato non fa parte del core business di Telecom e sono in corso contatti con i possibili acquirenti interessati alle diverse aziende.

La Finsiel ha scorporato il settore dei Servizi Generali: il 1 gennaio 2004 si è realizzato il trasferimento del ramo d’azienda Facility Management (Servizi Generali) della Finsiel alla EMSA Servizi S.p.A.

L’operazione è stata avviata nonostante la posizione contraria delle organizzazioni sindacali metalmeccaniche e della RSU, che hanno ribadito formalmente il loro disaccordo (già espresso negli incontri di procedura previsti dalla legge) anche al termine dell’incontro del 13 gennaio, in cui sono state definite le norme di armonizzazione contrattuale per i lavoratori coinvolti nello scorporo.

“Caccia aperta alla nuova Finsiel – Aperte le trattative per la cessione della nuova Finsiel”.

Cosi Il Sole 24 Ore di venerdì 10 gennaio ha dato la notizia che Finsiel e le altre società di IT Mercato non fanno più parte del core business di Telecom e che sono in corso i contatti con alcuni possibili acquirenti (l’articolo cita Engineering, HP, Accenture ma è il caso di allargare l’ipotesi anche a IBM, EDS, …) interessati alle diverse aziende.

FINSIEL: LA DIFFICILE STRADA VERSO IL CAMBIAMENTO

Alcune settimane fa avevamo denunciato il persistente divario tra le linee strategiche e gli interventi operativi messi in atto per realizzarle.

Per questo motivo avevamo anche chiesto un incontro all’azienda per affrontare, in particolare, i problemi relativi al cambiamento, alla comunicazione e alla riorganizzazione aziendale.

IL 31 Ottobre la Fiat ha chiesto il riconoscimento dello stato di crisi aziendale aprendo le procedure per la messa in mobilità e in cassa integrazione a 0 ore di 8.500 dipendenti (negli stabilimenti di Termini Imerese, Arese, Cassino e Mirafiori, con conseguente crisi dell’indotto in tutta Italia).