Il Fondo Cometa – Previdenza complementare

La previdenza ha alle spalle una storia più lunga di quanto si possa immaginare: già l’imperatore Augusto aveva predisposto un sistema di supporto dei suoi veterani alla fine della carriera militare, consistente in appezzamenti di terra da coltivare.

Ma è con lo sviluppo industriale, la crescita demografica e l’allungarsi della speranza di vita che si pone il problema strutturale di essere “previdenti” in relazione alle età in cui non si sarebbe stati in grado di lavorare.

Tutto il XX secolo è stato caratterizzato da lotte sindacali per la riduzione dell’orario di lavoro, sia in termini quotidiani (settimanali, annuali) sia come periodo di lavoro nel corso della vita, affiancando quest’ultima fattispecie con misure di “previdenza” consistenti in un Salario Differito (il TFR) e in una Pensione garantita dal Pubblico (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale), in misura tale da vivere dignitosamente anche dopo il termine della vita lavorativa, nel periodo della vecchiaia.

Negli anni ’80 e ’90, con la reazione neoliberista alle spinte di avanzamento sociale dei “gloriosi 30” (1945-1975), si ha una forte spinta alla privatizzazione, sia della previdenza che dell’assistenza e vengono introdotti i Fondi Complementari (pensionistici e sanitari) che agiscono sul Mercato con l’esigenza della profittabilità.

Il Sindacato, unitariamente, si batte per mantenere il pilastro della previdenza pubblica (e il Sistema Sanitario Nazionale, ma questo è un altro discorso) affiancato al pilastro dei fondi complementari di carattere collettivo. In particolare:

  • Per il pilastro pubblico, a fronte della cancellazione di alcuni privilegi insostenibili (pensioni “baby”), contratta (riforma “Dini”) la sostituzione del sistema retributivo (pensione calcolata in base alle ultime retribuzioni) con quello contributivo (pensione calcolata in base ai contributi versati), più equo e sostenibile, e una flessibilità in uscita.
  • Per il pilastro complementare (fondi collettivi contrattati nelle categorie con le controparti datoriali), una fiscalità favorevole, una gestione paritaria da parte dei contraenti e un basso livello di costi di gestione, al fine di massimizzare i rendimenti positivi per gli aderenti al fondo.

Nel 2011, però, la cosiddetta “riforma Fornero” delle pensioni, impone, senza contrattazione sindacale, sensibili peggioramenti alla situazione, con l’innalzamento delle soglie sia per la pensione di vecchiaia che per quella di anzianità contributiva, ritardando il pagamento del TFR per il settore pubblico e delineando un algoritmo di ulteriore innalzamento in funzione dell’eventuale aumento della speranza di vita.

Il Sindacato ha elaborato unitariamente diverse proposte per “riformare la riforma” e sta cercando di discuterle col Governo in una trattativa che ancora stenta a decollare e per sostenere la quale sarà probabilmente necessario intensificare una mobilitazione già iniziata lo scorso anno.

Obiettivi:

  • Pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e con basse retribuzioni
  • Maggiore flessibilità in uscita a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi
  • Tutela dei lavori di cura, di chi svolge lavori usuranti e gravosi
  • rilancio della previdenza complementare
  • trasparenza sui dati della spesa previdenziale e assistenziale e sostegno del reddito dei pensionati

Intanto, per l’oggi, forniamo di seguito le principali caratteristiche del fondo pensionistico COMETA, contrattato nella categoria dei metalmeccanici:

Il Fondo Cometa

Cometa è il Fondo Nazionale Pensione Complementare per i lavoratori dell’industria metalmeccanica, della installazione di impianti e del settore orafo e argentiero.

È nato nel 1997 grazie a un accordo tra le organizzazioni delle imprese (Federmeccanica, Assistal e Intersind) e dei lavoratori (Fim, Fiom, Uilm e Fismic), con l’obiettivo di assicurare ai lavoratori del settore metalmeccanico una più elevata copertura pensionistica, integrando quella offerta dal sistema previdenziale pubblico. Con 25 anni di esperienza e 440.000 iscritti è il più importante fondo pensionistico operante in Italia.

Le principali caratteristiche di Cometa sono le seguenti: 

  • Cometa è senza scopo di lucro – I suoi unici obiettivi sono raccogliere i contributi, gestire le risorse nell’interesse degli associati ed erogare le prestazioni di previdenza complementare
  • l’adesione è libera e volontaria – Diventano soci di Cometa solo i lavoratori che ne esprimono la volontà in maniera esplicita e in forma scritta
  • la contribuzione minima è definita – I contributi dovuti al Fondo sono quelli stabiliti dalla contrattazione collettiva (CCNL)
  • la capitalizzazione è a livello individuale – Ogni lavoratore associato ha una propria posizione individuale in cui confluiscono tutti i contributi versati a suo nome, sia quelli propri (quota TFR compresa) che quelli versati dall’azienda
  • Cometa informa – Le informazioni sullo stato della posizione individuale (contributi, rendimenti, eventuali anticipi, accantonamento progressivo) vengono comunicate annualmente a tutti gli aderenti e sono periodicamente aggiornate e rese disponibili sul sito cometafondo.it (info personali accessibili tramite password)

Sono disponibili sul sito della Rsu. alcune schede informative sintetiche sui diversi aspetti del funzionamento del Fondo Cometa: