RSU Finsiel – Comunicato di martedì 30 giu 2009
Federazione Impiegat i Operai Metallurgici
LA PIATTAFORMA FIOM: COME E PERCHÉ
PERCHÉ LE PIATTAFORME SEPARATE
Ancora una volta, purtroppo, per i metalmeccanici ci sono piattaforme separate
per i rinnovi contrattuali. La responsabilità è unicamente dei sindacati che, prima il
22 gennaio e poi il 15 aprile, hanno sottoscritto con il governo e con la
Confindustria un accordo separato che stravolge e peggiora tutte le regole e i
diritti del contratto nazionale.
FIM E UILM DISDETTANO IL CONTRATTO NAZIONALE IN VIGORE
Obbedendo a questo accordo, che non è stato né discusso né votato dalle
lavoratrici e dai lavoratori metalmeccanici e da tutti i lavoratori italiani, la Fim e la
Uilm hanno deciso di rompere l’accordo unitario con il quale si erano rinnovati gli
ultimi due contratti nazionali e di presentare una propria piattaforma, arrivando
addirittura ad annunciare la disdetta della parte normativa del Contratto
nazionale che invece è in vigore fino a tutto il 31/12/2011.
Tale annuncio di disdetta fatto da Fim e Uilm non solo presenta diversi caratteri di
illegittimità in quanto tra i firmatari del Contratto nazionale in vigore c’è anche la
Fiom-Cgil e noi non abbiamo nessuna intenzione di aderire alla disdetta.
Ma rende anche evidente che Fim e Uilm sono animate da una logica
«proprietaria» del contratto nazionale di lavoro, che è invece, innanzitutto, un
diritto delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici che nel 2007/2008 lo hanno
prima conquistato con decine di ore di sciopero e poi approvato tramite un
democratico e partecipato referendum.
FIM E UILM HANNO RESPINTO LA PROPOSTA UNITARIA DELLA FIOM
La Fiom aveva proposto di procedere unitariamente al rinnovo del prossimo
biennio salariale, come previsto dal contratto nazionale e firmato unitariamente
nel gennaio 2008. Ma la Fim e la Uilm hanno respinto tale proposta, scegliendo di
andare da subito al rinnovo sia della parte salariale sia della parte normativa
dell’intero contratto nazionale.
FIM E UILM: UNA PIATTAFORMA SEPARATA, A PERDERE PER I LAVORATORI
Applicando così regole sulle quali nulla hanno potuto dire le lavoratrici e i
lavoratori metalmeccanici, la Fim e la Uilm hanno deciso di:
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– chiedere un aumento di 113 euro al 5° livello scaglionati su 3 anni
quando con l’ultimo accordo erano stati ottenuti 127 euro su 2 anni e
mezzo. È la richiesta più bassa della storia dei metalmeccanici da
quando c’è l’euro;
– applicare le nuove regole dell’accordo separato che peggiorano tutta
la normativa esistente. In particolare sul salario aziendale, che viene reso
ancora più incerto e flessibile, sulle condizioni di lavoro e sugli orari, che
possono essere peggiorati, sul ruolo delle Rsu, che sarà sempre più
ridotto, sulle stesse libertà dei lavoratori, che saranno ridimensionate
dall’arbitrato e da altre forme di controllo autoritario;
– affermare per la prima volta il principio della deroga al contratto
nazionale, fabbrica per fabbrica, territorio per territorio, in ragione delle
esigenze e delle condizioni produttive e di mercato delle aziende.
Questo significa che il salario e i diritti del contratto nazionale saranno
sottoposti ovunque al ricatto delle aziende;
– cambiare la stessa natura e funzione del sindacato con l’istituzione di enti
bilaterali ai quali devolvere diritti e funzioni del contratto, della legge,
dello Stato sociale.
Con questa loro piattaforma la Fim e la Uilm hanno quindi accettato di subire
l’imposizione della Confindustria e della Federmeccanica, che vogliono
drasticamente ridurre il ruolo del contratto nazionale e di tutta la contrattazione
riducendo il salario e rendendo sempre più incerti i diritti. Questo nell’ambito di
una scelta che punta a far pagare ai lavoratori tutti i costi della crisi, sia sul piano
contrattuale, sia su quello sociale, con l’attacco alle pensioni, alla sanità, allo
Stato sociale. La Fiom, che non ha sottoscritto e non condivide il sistema di regole
che la Confindustria vuole imporre, ha pertanto deciso di presentare una propria
piattaforma.
LA PIATTAFORMA DELLA FIOM
La Piattaforma della Fiom prima di tutto afferma il principio che non si può
cambiare o addirittura stravolgere il contratto nazionale mentre è ancora in
vigore. Nell’accordo firmato nel gennaio 2008 tutti si sono impegnati a far valere
quel contratto nazionale, in particolare per i diritti e le parti normative, fino alla fine
del 2011. Peggiorare in corso d’opera i diritti e i poteri dei lavoratori è ingiusto se
non illegale. Per questo la Fiom rivendica la continuità del contratto nazionale in
vigore e presenta la piattaforma per il rinnovo del biennio salariale 2010/2011,
come da accordi sottoscritti da tutti.
La Piattaforma della Fiom ha lo scopo di:
– difendere il potere d’acquisto dei lavoratori in continuità e nel
miglioramento di quanto sottoscritto unitariamente negli ultimi due rinnovi
contrattuali. In particolare la Fiom considera inaccettabile quanto previsto
dall’accordo separato del 15 aprile 2009 e cioè che gli aumenti dei contratti
nazionali non possono tenere conto dei costi dell’aumento della benzina,
dell’energia elettrica e di tutti i beni energetici importati e si debbono
svolgere unicamente sulla base di un’inflazione programmata triennale
decisa da un istituto di ricerca (Isae). È anche inaccettabile la riduzione
della base di calcolo su cui effettuare gli aumenti. Per tutte queste ragioni e
sulla base delle reali condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori
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metalmeccanici, i cui salari sono i più bassi d’Europa, la Fiom presenta una
richiesta salariale leggermente superiore a quanto ottenuto nell’ultimo
rinnovo contrattuale;
– affermare il principio che gli aumenti dei salari che si realizzano nei contratti
nazionali devono andare integralmente anche a tutte le lavoratrici e i
lavoratori che durante il prossimo biennio, a causa della crisi, saranno
coinvolti dalla Cassa integrazione;
– affermare il principio della detassazione degli aumenti salariali nazionali, che
prendono tutte e tutti, e non solo dei salari aziendali, che vanno a una
parte. Il sistema fiscale italiano è profondamente ingiusto perché gran parte
delle tasse gravano sulle buste paga e sulle pensioni, per questo detassare
gli aumenti dei contratti nazionali è solo il primo passo verso la giustizia
fiscale;
– difendere l’occupazione dicendo no alla chiusura delle aziende e con
l’impegno chiesto alla Federmeccanica di bloccare i licenziamenti sia per i
lavoratori a tempo indeterminato che per quelli precari, per tutta la durata
del contratto.
La Fiom ritiene che sia profondamente sbagliato indebolire la funzione del
Contratto nazionale, che tutela tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori
indipendentemente dalla dimensione delle aziende, dalla forza sindacale,
dalla collocazione territoriale. La scelta della Confindustria e della
Federmeccanica di colpire il salario e i diritti del contratto nazionale per
ottenere uno scambio tra salario e produttività vantaggioso per le imprese e
dannoso per il lavoratori è assolutamente ingiusta e miope. La crisi attuale
infatti è anche dovuta ai bassi salari, alla mancanza di investimenti, alla
carenza di innovazione e di qualità nei prodotti e nell’organizzazione del
lavoro. Non è con la competizione al ribasso sui salari e sui diritti che l’Italia
uscirà dalla crisi, non è distruggendo lo Stato sociale, riducendo le pensioni e la
sanità pubblica che si devono trovare le risorse per finanziare la ripresa.
Per questo la strada scelta dalla Fiom di difendere il salario e l’occupazione a
partire dal contratto nazionale non solo è più giusta ma è anche l’unica che in
prospettiva può rafforzare il sistema industriale e la sua capacità di reggere la
competizione facendo riferimento ai paesi più avanzati.
La piattaforma della Fiom si rivolge anche al Governo perché considera che le
misure sinora prese di fronte alla crisi sono largamente insufficienti e
inadeguate. Occorre un vero sostegno di politica industriale agli investimenti e
alla tenuta della struttura industriale. Occorre un chiaro impegno del Governo
contro la chiusura delle fabbriche e contro i licenziamenti, in particolare dei
precari. Occorre una politica fiscale che riduca le tasse sulla busta paga, sulla
cassa integrazione e sulle pensioni e che colpisca davvero l’evasione fiscale e
contributiva. Occorre difendere e ampliare le tutele e i diritti dello Stato sociale
e considerarli una risorsa per tutto il paese e non un costo da ridurre per
finanziare le aziende.
Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è sempre stato un momento
importante all’economia del paese. La Fiom intende per questo affermare che
le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici debbono ottenere un primo
riconoscimento al valore e all’importanza del loro lavoro.
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LA DEMOCRAZIA SINDACALE
Le piattaforme separate, ancora una volta, ripropongono la questione centrale
della democrazia sindacale. L’accordo separato sul sistema contrattuale, che
tanti danni ha già cominciato a fare prima ancora di essere in vigore, non è
stato sottoposto ad alcuna votazione democratica tra tutti i lavoratori italiani.
Ora Fim e Uilm sostengono che sottoporranno la loro piattaforma al voto dei
propri iscritti. Ma questi rappresentano meno del 20% di tutti i lavoratori
metalmeccanici. E tutti gli altri quando potranno decidere? Non è accettabile
che si stabilisca un sistema in cui l’accordo è legittimo solo perché la
controparte aziendale ha deciso sulla base della propria esclusiva
convenienza. Non è accettabile che accordi tra aziende e sindacati di
minoranza vengano poi imposti a tutti. Con questo modo di procedere sono i
lavoratori i primi a essere danneggiati perché è chiaro che saranno le aziende
soltanto a poter scegliere con chi fare accordi. E sceglieranno sulla base del
massimo vantaggio delle aziende e del minimo risultato per i lavoratori.
Senza democrazia sindacale tra le organizzazioni sindacali si apre la
concorrenza al ribasso tra chi offre alle aziende il contratto per esse (e non per i
lavoratori) più favorevole.
Per questo la Fiom ribadisce la sua scelta rigorosa a favore della democrazia
sindacale. Il che vuol dire che tutte le piattaforme e tutti gli accordi devono
essere sottoposti al referendum di tutti i lavoratori interessati, senza distinzione di
tessere sindacali. La Fiom si è sempre impegnata a sottoporre le proprie
posizioni al voto dei lavoratori e ad accettare il risultato quale che esso sia. La
Fiom chiede formalmente alle altre organizzazioni sindacali di accettare lo
stesso fondamentale principio democratico.
Per difendere il ruolo e il valore del contratto nazionale e per affermare il
principio della democrazia sindacale, la Fiom ha deciso di non accettare il
diktat della Confindustria e della Federmeccanica sulle regole della
contrattazione e di presentare una piattaforma sulla base del contratto
sottoscritto in vigore e degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori.
In ogni caso, questa Piattaforma sarà sottoposta al referendum di tutte le
lavoratrici e di tutti i lavoratori metalmeccanici e a questo vincolo democratico
la Fiom si sottoporrà autonomamente. Per tutte queste ragioni, la Fiom fa
appello a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, a tutte le Rsu della categoria,
perché ci sia il massimo della partecipazione alla consultazione referendaria, in
modo da affermare, anche per questa via, la necessità di regole chiare di
democrazia che vincolino tutti i comportamenti sindacali.
Roma, 30 giugno 2009
Federazione Impiegati Operai Metallurgici
IPOTESI DI PIATTAFORMA
PER IL RINNOVO DEL BIENNIO ECONOMICO 2010-2011 DEL CONTRATTO
COLLETTIVO NAZIONALE DEI METALMECCANICI
In applicazione del Contratto collettivo nazionale di lavoro, in vigore fino a tutto il
31/12/2011 per la parte normativa e in scadenza per la sola parte economica dal
31/12/2009, siamo a richiedere, per il rinnovo del biennio economico 2010-2011, un
aumento dei minimi tabellari contrattuali per tutte le lavoratrici ed i lavoratori nella misura
di 130 euro mensili, parametrati come da tabella, a titolo di salvaguardia e valorizzazione
reale del potere d’acquisto delle retribuzioni, a decorrere dall’1/1/2010.
RICHIESTA DI AUMENTO MENSILE PER IL BIENNIO 2010-2011
LIVELLO PARAMETRO AUMENTO MENSILE IN EURO
1° 100 110,00
2° 100 110,00
3° 118 130,00
4° 118 130,00
5° 118 130,00
5°s 131 144,00
6° 140 154,00
7° 154 170,00
Si richiede che di tale aumento:
− sia concordata l’erogazione in tutti i casi in cui le lavoratrici e i lavoratori siano coinvolti
dalla cassa integrazione, quale necessaria integrazione del trattamento economico;
− sia concordata la possibilità di detassazione, richiedendo congiuntamente al Governo un
apposito provvedimento, nell’ambito, nei limiti e con le modalità previste dalla Legge 28
gennaio 2009, n. 2, «…recante misure urgenti per il sostegno alle famiglie, lavoro,
occupazione, impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico
nazionale»;
− sia considerato non assorbibile e pertanto erogato a tutte le lavoratrici e i lavoratori
metalmeccanici.
Si richiede l’aggiornamento del valore punto ai fini degli incrementi retributivi dei futuri
rinnovi contrattuali, e l’incremento della indennità quadri nella misura del 6,9%.
Si richiede di elevare il valore dell’elemento perequativo nella misura di 35 euro mensili per
13 mensilità (455 euro annui), erogandolo a concorrenza alle lavoratrici e ai lavoratori non
coinvolti dalla contrattazione collettiva aziendale.
Si richiede, inoltre, di concordare la completa detassazione dell’elemento perequativo
nell’ambito delle normative legislative in vigore, precedentemente richiamate, e
l’erogazione di tale istituto alle lavoratrici e ai lavoratori anche nel caso di un loro
coinvolgimento in periodi di cassa integrazione.
Si richiede che il contributo al fondo di previdenza complementare a carico dell’impresa sia
in ogni caso versato anche nei periodi in cui la lavoratrice o il lavoratore aderente al fondo
sia coinvolto da periodi di cassa integrazione.
BLOCCO DEI LICENZIAMENTI PER LA DIFESA DELL’OCCUPAZIONE
Per la vigenza del Contratto collettivo nazionale di lavoro si richiede il blocco dei
licenziamenti per tutte le tipologie di lavoro e il conseguente impegno delle parti a
prevedere il ricorso all’insieme degli ammortizzatori sociali in alternativa al licenziamento.
Al fine di salvaguardare l’occupazione, difendere, qualificare e innovare profondamente il
sistema industriale del nostro paese, di cui la nostra categoria è parte fondamentale, si
richiede di concordare un piano straordinario di formazione professionale e per la sicurezza
sul lavoro.
Ciò significa concordare linee guida che permettono l’attivazione condivisa di specifici piani
di formazione, sia a livello aziendale, sia di comparto, che territoriale. A tal fine vanno
utilizzate anche eventuali risorse legislativamente previste, comprese quelle dei fondi
interprofessionali, in applicazione e integrazione delle normative previste dal Contratto
collettivo nazionale in vigore.
Tutto ciò anche al fine di sostenere il reddito di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori in
cassa integrazione e comunque coinvolti in processi di riorganizzazione, ristrutturazione
e/o crisi aziendale.
Si richiede di prevedere una quota volontaria di contribuzione contrattuale per le lavoratrici
e i lavoratori non iscritti ad alcun sindacato attraverso le modalità della delega positiva.
PERCORSO DI APPROVAZIONE DELL’IPOTESI DI PIATTAFORMA PER IL
RINNOVO DEL BIENNIO ECONOMICO 2010-2011
La piattaforma sarà come sempre sottoposta al voto vincolante attraverso il referendum
fra tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici, iscritti e non iscritti.
Pertanto nel mese di luglio saranno svolte le assemblee in tutti i luoghi di lavoro. A tal fine
la Fiom intende esercitare il diritto a convocare assemblee retribuite per il massimo
coinvolgimento di tutti i dipendenti.
Considerando l’estesa presenza di lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione o con
contratti a termine interrotti, vanno previste assemblee e modalità di voto territoriali. In
questo caso per partecipare al referendum si dovrà certificare l’azienda di riferimento e la
propria condizione di lavoratore metalmeccanico.
Il referendum avrà termine mercoledì 29 luglio con la raccolta dei dati a livello nazionale.
Roma, 30 giugno 2009
Approvata all’unanimità
dall’Assemblea nazionale Fiom-Cgil