RSU Finsiel – Comunicato di mercoledì 29 nov 2000

T.I.I.T.ANIC:  S.O.S.  INFORMATICA

 

Un appello per impedire lo smantellamento di un settore industriale strategico per il Paese

 

 

L’informatica di Telecom rischia di essere smantellata:  a distanza di pochi mesi dalla costituzione di T.I.I.T., il Comparto informatica di Telecom Italia, è cominciata l’operazione di scomposizioni e ricomposizioni aziendali, di spostamenti di quote societarie e cambiamenti di ragione sociale che, in breve tempo, rischia di portare alla disgregazione del più importante presidio nazionale nel settore dell’IT.

 

 

 

T.I.I.T.: contenitore o sistema industriale?

Telecom Italia Information Technology: 44 società, più di 12.000 dipendenti, 4.300 miliardi di ricavi, 20% del mercato nazionale dei servizi IT.

A conferma del valore di questa rete di imprese informatiche c’è il fatto che tutte le multinazionali del settore hanno bussato alla porta di Telecom per chiederne il prezzo di vendita.

E’ quindi lecito domandarsi se Telecom intenda davvero impostare un piano per rafforzare la rete, valorizzandone le grandi potenzialità, per dare vita a un sistema industriale integrato, con la conseguenza non secondaria di fornire un rilevante supporto tecnologico allo sviluppo del sistema paese o se invece abbia semplicemente costituito un contenitore che consente di razionalizzare i settori immediatamente utili per Telecom e di tenere insieme il mosaico fino al momento della vendita all’asta.

 

Un’operazione finanziaria

Qui non si tratta di mettere in discussione l’assioma per cui le scelte manageriali debbano produrre valore per l’azionista, si tratta invece di capire quanto sia pressante per Colaninno l’urgenza di ripianare i debiti accumulati nella scalata a Telecom.

Non siamo infatti di fronte a strategie di investimento e di integrazione per il Comparto ma ad un piano industriale che si presenta come una sommatoria di operazioni parziali e contraddittorie, incoerenti rispetto ai proclami di rilancio industriale e condizionate da una logica prettamente finanziaria.

 

Al sindacato non far sapere…

La frammentazione dei processi industriali si riproduce, con le stesse forme, anche sul tavolo sindacale dove Telecom ha dilazionato il confronto sul piano industriale nel suo complesso, procedendo per singole informative sulle diverse aree del Comparto e, in questo modo, impedendo la piena visibilità sulle operazioni che intende compiere e cercando di mascherare gli elementi di criticità e le contraddizioni tra le aree insiti nel piano industriale. 

 

Un metodo pericoloso

Il metodo usato da Telecom, nel caso dell’informatica, si esplicita in due momenti diversi. La prima fase è quella del sezionamento: le attività a più alto valore aggiunto (e le risorse impegnate sulle stesse) vengono sottratte al contesto industriale in cui sono maturate e il ciclo industriale viene scomposto fino alla separazione, su entità diverse, di funzioni strettamente collegate quali le competenze settoriali, le conoscenze tecnologiche e il presidio di mercati specifici. La seconda fase è quella della disarticolazione: per le attività più specificatamente collegate alle tlc si mantiene il collegamento con la casa madre, per altre si punta al collocamento in borsa, con la speranza di cavalcare l’onda buona della net-economy, e tutto il resto, espropriato dei centri di eccellenza, si mette sul mercato.

Si tratta di un progetto industriale privo di prospettive e non è difficile intuire il pericolo che, dopo il ritocco organizzativo, Telecom intenda procedere a una serie di dismissioni.

 

Spezzatino senza futuro

Appiattimento sull’indotto Telecom, scommessa borsistica, polverizzazione del presidio territoriale e vendita all’asta: queste soluzioni sono tutte accomunate dalla perdita della massa critica e delle sinergie necessarie al confronto con un mercato in rapida evoluzione e dalla incertezza delle prospettive a media e lunga scadenza.

In questo modo si rischia il ridimensionamento e la dispersione di decine di aziende in pochi mesi, provocando la distruzione di organizzazioni industriali ed economie territoriali che funzionano e lasciando ai margini della società migliaia di donne e uomini che possono e vogliono fare il loro mestiere ancora per molti anni.

 

Una prospettiva diversa

Sbaglia chi crede, o finge di credere, alla semplificazione pubblicitaria per cui l’Information Technology consiste nella realizzazione di portali multimediali e nella fornitura del servizio di Call Center. L’ICT è un processo industriale complesso, che si regge su una gamma vasta e articolata di professionalità e competenze e che si nutre di ricerca applicata, di convergenza di tecnologie, di osmosi di mercati diversi.

Lo sviluppo di questo settore di Telecom Italia può essere sostenuto solo da una decisa politica di investimento, integrazione e proiezione internazionale che preservi e rafforzi la dimensione industriale, il grado di coesione e le sinergie della rete di imprese che costituiscono il Comparto.

 

Con questo appello ci rivolgiamo …

Con questo appello ci rivolgiamo a donne e uomini della società civile, del mondo della cultura e della ricerca, delle istituzioni e a tutti coloro che credono ad uno sviluppo economico e sociale qualitativamente fondato, che non condanni il nostro paese al ruolo di sub-fornitore di economie più forti.

Senza una forte e significativa presenza in uno dei settori tecnologici più avanzati sarà pesantemente compromessa l’autonomia dello sviluppo italiano nei prossimi anni.  

 

FIM, FIOM, UILM e Coordinamento nazionale RSU Gruppo FINSIEL

 

Primi firmatari: Pierre Carniti, Giovanni Ferrara, Augusto Graziani, Raniero La Valle,

 Giovanni Mazzetti, Bruno Morandi, Gabriele Polo, Marco Revelli

 

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Fim, Fiom e Uilm e il coordinamento delle Rsu del gruppo Finsiel, in collegamento con le strutture sindacali che operano all’interno del Comparto, ritengono che il Comparto Informatica di Telecom-TIIT abbia in sé competenze e risorse per essere presente sul mercato dell’informatica italiano ed europeo e che queste competenze e risorse vadano valorizzate da un piano industriale e da scelte manageriali di ampio respiro che consentano di non disperdere questo patrimonio.

Fim, Fiom e Uilm e il coordinamento delle Rsu del gruppo Finsiel metteranno in atto tutte le iniziative necessarie al raggiungimento di tale obiettivo e la diffusione di questo appello è uno dei momenti della battaglia che stiamo conducendo.

A questo scopo è stato anche realizzato il sito internet  www.tiitanic.it  dove, oltre all’appello e alla lista delle adesioni, saranno riportate tutte le iniziative che intraprenderemo a sostegno della vertenza.

 

 

T.I.I.T. è una delle sei Unità d’Affari di Telecom Italia e nasce per aggregazione, in un unico comparto, di tutte le attività informatiche del gruppo Telecom; in esso confluiscono le aziende del gruppo Finsiel (acquisito dalla STET nel 1992), Telesoft, Sodalia e la funzione informatica di Telecom Italia.   

 

Senza nascondere le diseconomie del passato, in larga parte derivanti dalla posizione di monopolio, va ricordato che queste aziende, insieme all’Olivetti, hanno dato il principale contributo alla innovazione tecnologica e allo sviluppo della cultura informatica del nostro paese, formando decine di migliaia di tecnici e fornendo un supporto decisivo alla modernizzazione dell’Amministrazione pubblica.

 

Testo dell’appello, adesioni e iniziativesito internet  www.tiitanic.it